Caro Luca
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In questi giorni un caro amico mi incalza per capirne di più sul matrimonio. Lui, che convive con la compagna da anni, ha deciso di sposarla e di sposarla in Chiesa. Non sono stupidi, vogliono capire. Quando chiedono, io provo a rispondere raccontando di me. Cerco, senza pretese nei loro confronti, di raccontare anche come la fede in Cristo e l’appartenenza alla Chiesa hanno portato me e la mia sposa a vivere la castità prima del matrimonio ed ora a cercare di viverla nel matrimonio, secondo quanto la Chiesa ci ha insegnato.
Mi dispiaccio che nel pur ottimo corso fidanzati parrocchiale nessuno abbia finora detto ai miei due amici queste verità, ma mi consolo dicendomi che forse tocca farlo proprio a me. Il mio amico si lascia provocare, decide di iniziare a pregare. Qualche volta succede anche che andiamo assieme in chiesa a pregare davanti al Santissimo o a recitare la liturgia delle ore.

Poi leggo su Avvenire  Humanae vitae, sguardi sul futuro e sembra quasi che metta in guardia da una rigida dottrina che pretende di metter sulle spalle pesi insostenibili, anziché testimoniare ciò che per me è stato ed è fonte di vita, esperienza dell’amore di Dio nella nostra vita. Spiega anche che sono in corso alla Gregoriana studi con lo scopo di capire quando sia lecito usare metodi anticoncezionali in preparazione ad una revisione e modifica degli insegnamenti della Humanae Vitae.

Paolo

Caro Paolo,

Ho pensato molto prima di rispondere alla tua mail e quanto ti scrivo fa riferimento alla mia esperienza personale e alle riflessioni nate da essa.

  1. Il giornalista che ha scritto quell’articolo su Avvenire riporta quanto si agita oggi in molti ambienti della Chiesa. Non credo si possa attuare una formale modifica della Humanae Vitae. Tuttavia … vedi i punti successivi
  2. La Chiesa fa a volte fatica a parlare ai giovani, ai fidanzati, agli sposi del sacramento del Matrimonio e del dono della sessualità. Certo ci sono libri su libri e molte persone vivono esperienze profonde e positive, ma il linguaggio di tanti libri è da specialisti e tra amici difficilmente si arriva a condividere a quel livello.
  3. Nella vita concreta molti giovani, fidanzati, genitori, sacerdoti e persone consacrate (credo che in ogni categoria siano molti in questa condizione) non sono in grado di parlare di sessualità perché essi stessi non l’hanno affrontata a fondo, non hanno considerato quali ferite hanno subito o inferto e a volte vivono essi stessi una distorsione, una incapacità di capire come vivere la loro mascolinità e femminilità. Alcuni usufruiscono di pornografia e vivono con sofferenza quello che percepiscono come un peccato ripetuto e che invece può essere una dipendenza.
  4. Prego, spero e opero perché sempre più persone in parrocchie, associazioni e movimenti comincino ad affrontare questi aspetti, a parlare in modo rinnovato di castità e purezza (che non sono “non fare”) e aiutare in concreto a vivere una sessualità come dimensione piena e integra della propria mascolinità e femminilità.

Quanto si “teme” rispetto alla Humanae Vitae è di fatto da decenni parte della pratica pastorale e della vita concreta di molte famiglie cristiane, anche dentro gruppi famigliari delle parrocchie, movimenti e associazioni. Oggi credo che non sia in gioco tanto l’evitare una revisione della Humanae Vitae – gesto formale che appare impossibile – ma di attuarla con nuovo vigore nel concreto della vita dei cristiani.

San Giovanni Paolo II ha iniziato con la Teologia del Corpo, Benedetto XVI ha proseguito l’opera del predecessore nella “Deus Caritas Est” e così Papa Francesco nella Amoris Laetitia e parlando spesso dell'”ospedale da campo” più che mai utile e necessario.

Noi di www.PURIdiCUORE.it cerchiamo di far capire che questa epidemia di ipersessualizzazione e pornografia colpisce a fondo anche dentro il mondo cattolico e influenza tanti, impedendo specialmente ai più giovani di vivere rapporti sani, di pensare ad una famiglia, a dei figli. E per questo indichiamo anche dove sono ospedali da campo dove chi è scivolato nella dipendenza può intraprendere il cammino di recupero.

Nella storia recente della Chiesa maestri come Tarcisio Mezzetti o padre Raimondo Bardelli hanno aperto a tanti lo scrigno della Teologia del Corpo di Giovanni Paolo II. E hanno aiutato molti (come accaduto a me e a mia moglie Michelle alla soglia dei 50 anni) a capire quale dono di Dio sia la sessualità vissuta come Egli ci chiede.

Come facciamo con la piccola opera di www.PURIdiCUORE.it  e come fanno molto bene e gli amici di www.matrimoniocristiano.org che lavorano su questo già da tempo, anche con momenti di formazione.

Luca

 

Luca Marelli

Presidente di PURIdiCUORE