di Massimo Merlino L.C.

Per i PURIdiCUORE, essere beati è una questione di sguardi. Il desiderio di Dio nutrito nell'anima muove il pensiero, il sentimento e l'azione verso un fine preciso: vedere Dio. I PURIdiCUORE vogliono vedere Dio.

Carlo Acutis, beatificato il 10 ottobre ad Assisi, è un esempio del Vangelo incarnato nel nostro tempo. Lui voleva vedere Dio. E ci è riuscito. Era un ragazzo come tanti, con una particolarità: l'amore di Dio nel cuore. È stato un giovane del suo tempo, era un appassionato di informatica e ha cercato nel multimedia la via per parlare di Dio ai suoi coetanei, attraverso i film, l'audiovideo, il web. Il suo sguardo sul mondo era ispirato, mosso dal desiderio di condividere quello che coltivava dentro di sé e che trovava nel mondo, nel prossimo, nei suoi cari: la presenza di Dio.

Nella nostra vita, nel mondo, possiamo fermarci a vedere solo quello che non va: errori, malizia, oscurità, il male. Quando vediamo solo quello che non funziona nelle cose e negli altri, nella Chiesa e nella società, il nostro sguardo si debilita, il cuore sprofonda nella presunzione, nell'orgoglio, la mente giudica in modo inesorabile, la lingua accusa in modo implacabile. La libertà interiore, la pace del cuore, la vita dello Spirito dipendono molto dallo sguardo che abbiamo maturato sugli altri e sulle cose di ogni giorno. Lo sguardo contemplativo, lo sguardo che vede tutto e tutti con gli occhi di Dio è uno sguardo di verità e di misericordia: coglie il senso delle cose come sono senza giudicarle e le consegna al cospetto di Dio in un moto di compassione e intercessione. È uno spirito di fraternità universale che abbraccia tutto e tutti a partire da una sorgente di amore che tutto e tutti tende a riconciliare a sé. È la vita di Cristo nell'anima che trasforma il modo di pensare e il modo di sentire, il modo di stare in relazione con gli altri e il modo di essere umani per essere umani al modo di Dio.

Lo sguardo nutrito dalla fede è uno sguardo divino. Da una parte è lo sguardo di Dio stesso che vive nell'anima pura come quella di Carlo, che evitava il peccato e serviva gli altri come progetto di vita. La vita dell'anima, lo Spirito di Dio che nutre la fede nel cuore e nella mente, in un certo senso ne orienta lo sguardo, lo riempie di contenuto, mettendo in luce bontà, verità e bellezza di ogni cosa a cui si fa attenzione. Da un'altra parte, è uno sguardo divino che trasforma quello dell'uomo, lo perfeziona, lo rende più puro. Anche la purezza dell'innocenza giovanile di Carlo era resa ancora più pura dallo sguardo di Dio che lo nutriva nell'anima. La sua purezza umana era divinizzata, la sua umanità era elevata alla pienezza battesimale maturando in lui la santità cristiana.

Carlo ci insegna un principio di vita molto semplice anche se difficile da esprimere senza cadere nell'astrazione teologica. Ci insegna a guardare il mondo con gli occhi di Dio, con lo sguardo di Gesù che si fa prossimo, abbraccia e intercede per tutto e tutti al cospetto del Padre nella preghiera del cuore.

La formazione dello sguardo di Dio comincia dalla custodia del proprio sguardo: evitare di porre attenzione a oggetti impuri, impropri allo spirito cristiano, e distogliere l'attenzione quando dovesse caderci in modo involontario per immagini, scene di vita e impulsi mondani che vengono da fuori, incluse ideologie e pregiudizi. Le serie televisive, i film con contenuti erotici espliciti e impliciti, i cartelli pubblicitari offensivi della dignità umana, ogni attacco pretestuoso contro la Chiesa e la fede, tutto questo va evitato semplicemente distogliendo lo sguardo.

Oltre la custodia dello sguardo proprio, il passo successivo è il suo nutrimento. Si tratta di porre attenzione a ciò che è buono, bello e vero nel mondo, con il servizio di carità, con lo studio e la ricerca della verità, con la vita sacramentale. Una per tutte, l'adorazione eucaristica. Adorare il Signore Gesù nel Santissimo Sacramento nutre il cuore e purifica lo sguardo interiore. L'ultimo atto è quindi una formazione che avviene in modo passivo, mistico.

Oltre alla custodia e al nutrimento dello sguardo proprio, si tratta di lasciare che venga trasformato da Dio stesso nella contemplazione e nelle preghiera del cuore.

Carlo Acutis era animato da uno sguardo contemplativo. Mentre stava in relazione con gli altri e con il mondo, consegnava gli altri e il mondo allo sguardo di Dio.

Dio vive in noi, nel nostro sguardo interiore che è lo stesso sguardo del Figlio rivolto al Padre nello Spirito Santo. È uno sguardo che ci rende beati per il desiderio di vedere Dio.

E Carlo c'è riuscito. Oggi vede Dio e continua a rivolgere su di noi il suo sguardo fraterno intercedendo con la sua preghiera dal Cielo.

 

 

Massimo Merlino, L.C. è sacerdote religioso, formatore e padre spirituale, supporta diversi movimenti laici.
Serve la Caritas parrocchiale di un quartiere popolare a Palermo.

Ha accompagnato PURIdiCUORE nella intuizione originaria e nel germoglio del processo costitutivo e aiuta nello sviluppo dell’Associazione.