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Ieri l’UNESCO celebrava per la prima volta una giornata contro la violenza, il bullismo e il cyberbullismo nelle scuole. E la direttrice dell’UNESCO elencava vari Paesi nei quali si sono svolti recenti quanto drammatici atti di violenza proprio nell’ambito scolastico. Ma ha anche invitato a non sottovalutare il bullismo e il fenomeno in crescita del cyberbullismo.      Orbene, quest’ultimo è spesso collegato proprio alla pornografia, e spesso sia gli aguzzini sia le vittime sono minorenni dunque in età scolastica. Una recente pubblicazione dell’UNESCO cita uno studio condotto su circa 700 minorenni australiani dai 13 ai 16 anni di età dal quale emerge che 90% dei maschi e 60% delle femmine hanno già consumato pornografia, un dato considerato «allarmante» poiché, continua la pubblicazione, «l’esposizione alla pornografia ha effetti deleteri sui giovani che sono in una fase critica del loro sviluppo e nel cervello dei quali le connessioni neurologiche si stanno ancora formando» (mia traduzione dall’inglese).

Con questa premessa, e con la speranza che il lavoro dell’UNESCO sul tema del cyberbullismo e della pornografia possa avere maggiore continuità, visibilità e impatto, riprendo la trilogia di interviste annunciate il mese passato. Come precedentemente spiegato, ho rivolto alcune domande a tre organizzazioni che, ciascuna in un Paese diverso, si adoperano contro la pornografia e i danni che quest’ultima causa. Difatti, a PURIdiCUORE interessa scoprire e divulgare quello che altri svolgono sul stesso fronte, soprattutto con metodi diversi e in altri Paesi, ma comunque sempre nel contesto descritto nelle righe che la recente enciclica Fratelli tutti dedica al mondo digitale: «Il rispetto verso l’altro si sgretola (…) i media digitali possono esporre al rischio di dipendenza, di isolamento e di progressiva perdita di contatto con la realtà concreta, ostacolando lo sviluppo di relazioni interpersonali autentiche. (…) Non va ignorato che operano nel mondo digitale giganteschi interessi economici (…)» (§ 42-45).

Queste brevi interviste mostrano la diversità dell’azione che viene svolta. Fonte di ispirazione! A tutti coloro che hanno partecipato, la mia immensa gratitudine. Si tratta di:

Integrity Restored (Stati Uniti d’America)

Stop au Porno (Francia)

Dale Una Vuelta (Spagna)

Tutte le risposte mi sono state fornite durante la seconda metà del mese di giugno 2020. Ecco la seconda delle tre interviste. La terza verrà pubblicata successivamente su questo blog.

 

Intervista con Pierre-Marie Sève, Delegato generale di Stop au Porno, associazione al lancio della quale ebbi il piacere di partecipare nel 2018.

Note: Per associazione di tipo Legge 1901, in Francia s’intende un’associazione non a fine di lucro, i cui statuti sono registrati presso una prefettura, e che ha personalità giuridica. Il Sig. Sève ha recentemente cambiato ruolo nell’associazione di cui non è più Delegato generale.

Tebaldo Vinciguerra: In che anno è stato lanciato il vostro sito web https://www.stopauporno.fr/?

Pierre-Marie Sève: Il nostro sito Internet è stato lanciato al tempo della creazione della nostra associazione, nel 2018.

TV: Cosa siete dal punto di vista formale?

Stop au pornoPMS: Stop au Porno è un’associazione di tipo Legge 1901.

TV: Quale è il cuore della vostra missione?

PMS: Il cuore della nostra missione è lottare contro la pornografia e la sua esplosione nella vita dei francesi. Per noi, si tratta di sensibilizzare il pubblico circa gli effetti della pornografia sulla propria salute e sulle vite affettive. Lavoriamo anche per far evolvere la legislazione in vigore.

TV: Che tipo di azioni svolgete?

PMS: Al fine di sensibilizzare il pubblico alla pornografia, diamo conferenze, diffondiamo libri sull’argomento, comunichiamo nei media e nelle reti sociali. D’altronde abbiamo da poco aperto il nostro Polo Interventi Scolari che doveva iniziare il proprio lavoro lo scorso marzo, ma ovviamente tutto è stato posticipato.

Per modificare la legislazione, facciamo semplicemente lobby verso la classe politica. Contattiamo gli eletti, scriviamo loro. Per esempio siamo stati ricevuti in audizione parlamentare questa settimana, dalla Senatrice che porta un progetto di legge sul controllo di età per i siti pornografici.

TV: Avete qualche collaborazione con università, amministrazioni pubbliche? Può dare esempi?

PMS: Abbiamo collegamenti col mondo universitario, poiché siamo in contatto con un PhD in neuroscienza e un PhD in diritto, e ce ne sono altri numerosi tra i nostri simpatizzanti. Ma con l’amministrazione non abbiamo contatti diretti.

TV: Per accompagnare una persona che desidera abbandonare il proprio consumo di pornografia, avete già considerato/promosso la complementarità tra terapeuta e accompagnamento spirituale?

PMS: Ci appare chiaro che le possibilità di recupero dei pornodipendenti sono molto più elevate se essi hanno la fortuna di beneficiare di un accompagnamento spirituale. Nei nostri scambi coi  dipendenti, la questione del loro rapporto con Cristo è molto spesso molto importante. Per uscire della dipendenza servono molteplici sostegni: il sostegno delle proprie forze, il sostegno dei soliti accompagnatori terapeutici ma anche un sostegno maggiormente spirituale, per guarire in profondità.

TV: Può parlarmi più dettagliatamente della cellula di ascolto e delle azioni di giustizia ? Come vanno le cose da quando avete iniziato queste azioni?

PMS: La nostra cellula di ascolto è stata lanciata quasi due anno or sono. È tenuta da uno dei nostri simpatizzanti, lui stesso in passato pornodipendente, e che ha svolto un grande lavoro su sé stesso. Il suo passato con la pornografia e il suo impegno personale di cristiano fanno di lui la migliore persona possibile per essere un contatto di ascolto e di consiglio per persone pornodipendenti. È una prima base per questi dipendenti, prima che ricorrano ai servizi di un terapeuta.

Le “azioni di giustizia” sono il nostro braccio armato contro i divulgatori di pornografia. Al fine di ridurre lo spazio della pornografia nella società, ci pare indispensabile usare le disposizioni penali già esistenti in modo da fare pressione su tutti i divulgatori di pornografia. Vedendo le nostre “azioni di  giustizia”, ogni divulgatore di pornografia dovrà pensarci due volte prima di produrre, ancora, un’ennesima pubblicità scioccante, un ennesimo articolo pornografico.